Vangelo 26.11.2022 (Lc 21, 34-36)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “State bene attenti che i
vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni
della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un
laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di
tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza
di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio
dell’uomo”.
|||
COMMENTO.
“State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano …” E’ la
sottile e infiltrante tentazione di tutti, in particolare può toccare gli
anziani, in una società dello star bene qui, della salute prima di tutto,
della sicurezza basata su beni materiali, su scienza, su tecnologia
insostituibile, su tutto e subito. I cuori si appesantiscono quando si
vive solo per sé stessi quando si vive nella paura di perdere sé stessi,
di affrontare il vuoto dell’ego nel quale germoglia e cresce la pianta di
senape, l’alberello di vita. “Vegliate e pregate”, cioè: Siate come
lampade ardenti nel buio della notte finché torni la luce del giorno, il
giorno dell’abbraccio del Padre con cuore di Madre. “Vegliate.” Per essere
uomini e donne vere, per essere cristiani c’è da tenere gli occhi ben
aperti, stare in piedi (come risorti, cioè risvegliati, in preghiera) e
saper distinguere tra bene e male, saper discernere ciò che è di Cristo e
del suo regno e ciò che è pietra d’inciampo. Presente nella Parola,
presente nell’Eucaristia, presente nel Creato come primogenito della nuova
creazione, soprattutto Gesù ci dice: “Quello che avete fatto a uno di
questi piccoli, l’avete fatto a me.” Siamo qui al punto più elevato di
‘veglia e di preghiera’ … Se vediamo in ogni umano il ‘Figlio dell’Uomo’,
il fratello o la sorella immagine di Dio e come tali camminiamo insieme fra
difficoltà, ostacoli, incertezze pesanti, guerre ideologiche, ma con
perseveranza e umiltà, allora il regno di Dio viene. Allora siamo preghiera
in cammino, cioè: non io so amare davvero, non io faccio venire il regno,
non io sono sorgente di vita, non io attraverso la morte da vivo; eppure
io ma immerso nell’“Io sono” divino, Gesù Cristo, Spirito d’Amore
universale. Maranatha, Vieni Signore Gesù, vieni!