Vangelo 27.11.2022 (Mt 24, 37-44)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «37 Come furono i giorni di
Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38 Infatti, come nei giorni
che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e
prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39 e non si
accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà
anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40 Allora due uomini saranno nel
campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41 Due donne macineranno
alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque,
perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Cercate di
capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene
il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44 Perciò
anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il
Figlio dell’uomo».
|||
COMMENTO.
“Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo”.
Anche oggi si mangia e si beve alla faccia di guerre, violenze, disastri
della natura causati da uno stile di vita che violenta il pianeta e crea
sempre più poveri. E’ il peccato nostro: Indifferenza, disattenzione. O,
se si reagisce, è con il metodo della violenza, del castigo prima di tutto,
della legge che condanna e non della conversione dei cuori e dunque del
vivere quotidiano spinti dall’amore e dalla cura degli altri come di noi
stessi. “Vegliate dunque…viene il Figlio dell’Uomo”. Ecco la prospettiva
che guida il vegliare, un’attenzione cosciente, una preghiera continua
dell’anima che illumina il quotidiano perché Dio è un Dio che viene. “E non
si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà
anche la venuta del Figlio dell’uomo”. Ogni epoca, ogni generazione ha il
suo diluvio, la nostra epoca segnata dal diluvio Covid 19, da guerre (non
solo Russia e Ucraina), da disastri ecologici gravi, da individualismo
sfrenato. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e
l’altro lasciato. 41 Due donne macineranno alla mola. Due viaggiano in
macchina, incidente uno muore l’altro si salva. Un amico ha avuto incidente
con il trattore, schiacciato in parte, dopo due ore di lotta, riesce a
liberarsi ed è ora acciaccato, ma vivo. Il caso? il destino? Maestri
spirituali mi hanno insegnato che “il caso” e’ uno dei nomi di Dio. Un Dio
che era, che è e che viene. E viene misteriosamente passando per violenze,
disastri, morte che germina vita. Viviamo certo ma come in figura, in
immagine o anche come in un grande grembo che nella sofferenza fa
scaturire vita nuova. Dice Paolo: La creazione soffre e geme nelle doglie
del parto, in attesa…e anche noi soffriamo nell’attesa di essere figli di
Dio in pienezza, nella casa del Padre. “Perciò anche voi tenetevi pronti
perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Linguaggio
paradossale quello di Gesù , in questi testi apocalittici. Dio, un ladro?
Lui che dona tutto, Lui che viene sulle nubi, come è venuto in Gesù nella
casa attuale del Padre, dell’umanità. Del Cosmo. Una coppia di amici ha
perso la figlia tragicamente mesi fa; quanto pianto, quanta insormontabile
nostalgia… Ieri, dialogando un po’ con loro, a un certo punto con un
sorriso, con tenerezza la mamma mi dice :ci è nata una nuova nipote. E ho
letto negli occhi la gioia di una vita nuova. Avvento: un Dio in
cammino, una realtà che germina vita e la germina non con metodi e gesta
di potere , ma con il miracolo della vita che sboccia in cuori umili e
semplici, dolci e teneri un Dio che come dice Patrizia, monaca mistica, “è
un Bene che supera ogni nostra comprensione, e non sappiamo neppure come
chiamarlo…questa piccola parola Bene, è solo un riflesso del torrente
della vita che nel suo scorrere travolge e porta via ogni male, lo getta
negli abissi del mare della Misericordia e del perdono che fa nuove tutte
le cose’. Vegliamo e preghiamo come Maria che porta nel grembo vita nuova
meravigliosa, o sotto la Croce con una speranza infinita.