Vangelo 25.02.2024 (Marco 9, 1-9)

Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò
sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò
davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun
lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia
con Mosè e discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse
a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per
te, una per Mosè e una per Elia!” Non sapeva infatti che cosa dire, poiché
erano già stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse
nell’ombra e uscì una voce dalla nube: “Questi è il Figlio mio prediletto;
ascoltatelo!” E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non
Gesù solo con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non
raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio
dell’uomo fosse risuscitò dai morti. Ed essi tennero per sé la cosa,
domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti.
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COMMENTO.
“Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò
sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli”. I sei giorni sono
quelli della Creazione (Gen 1), sono quelli della storia umana verso il
fine di Fraternità universale, sono i giorni della mia vita terrena verso
il settimo giorno di vita nuova. Tutto e tutti in cammino verso il
compimento nella trasfigurazione del settimo giorno. Il fine della
Creazione, del Cosmo, della storia umana e mia personale è un nuovo abito
di Luce. “Le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun
lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche”. Tutto e tutti figli
amati nella famiglia di ‘sorelle e fratelli’ in tenera amicizia al
banchetto del Padre di tutti. ‘Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e
Giovanni’. Sono i soliti tre apostoli che ritroveremo altrove, anche al
Getzemani. Gesù prende con sé per questa esperienza di trasfigurazione i
più duri e focosi in rappresentanza di tutti: Pietro, refrattario come il
sasso, la pietra; Giacomo e Giovanni, i ‘figli del tuono’. Un’esperienza
vissuta dai tre, specchio di quanto succede nella vita di chi anche oggi
segue Gesù con momenti di luce che acceca, che butta a terra, di ‘vedere ‘
interiormente la storia propria, quella della Chiesa e quella del Cosmo
nella sua dimensione più vera: la vita interiore, la vita di risorti.
Pietro: ‘Maestro, è bello per noi stare qui’. Sicuramente anche tu hai
avuto momenti di trasfigurazione, quando hai potuto dire, senza capirci
molto: com’è bello Dio, che bello stare qui, qui sono i cieli. Può essere
successo in un pellegrinaggio a un santuario, o in un servizio gratuito a
un malato o carcerato… Pietro come al solito, non aveva ancora capito
niente. Le visioni, i momenti di trasfigurazione che possiamo avere vanno
portati nel quotidiano e vivere la trasfigurazione proprio nelle prove, nei
momenti duri, nella fatica di seguire Gesù portando la propria croce. “Una
voce dalla nube: “Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!” Egli
parla oggi con il Vangelo, con la Bibbia, parla nelle omelie del Papa, in
altri testi sacri delle varie religioni, ma parla anche dalla Nube di una
Natura o Creato ferita/o a morte dal nostro vivere consumistico, con la
violenza di ricchi che sfacciatamente si fanno beffe degli altri, dei
poveri; parla delle periferie del Cosmo, delle città dove il grido dei
poveri, dei sofferenti è più forte; parla ancora dalla Nube della
Non-Conoscenza, dell’Incertezza totale su tutto… Ascoltiamolo!