Vangelo 21.11.2022 (Mt 12, 46-50)

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i
suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse:
«Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed
egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i
miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco
mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio
che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
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COMMENTO.
“Mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli
stavano fuori e cercavano di parlargli”. Sono Sua madre e i suoi fratelli
di sangue, eppure stanno ancora fuori dalla relazione più ampia della
nuova, universale famiglia di Gesù, una relazione di famiglia nello
Spirito. Simbolico questo ‘stare fuori’. Si è di casa per Dio e con Lui
quando si è discepoli del Figlio di Dio, Figlio dell’Uomo. Per diventare
discepoli più che parlare a Lui è necessario ascoltare, ed è ascoltando,
accogliendo il suo invito a conversione, a un amore più grande,
amplificatore di tutti gli amori (familiari umani, di amicizia umana…)
che si entra nella stupenda dignità di diventare fratello, sorella e Madre
di Dio. «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Domanda buona,
‘Risposta non c’è o forse chi lo sa…’ E la dà Lui stesso, ma lasciando
spazio a darla ad ognuno di noi nel quotidiano del vivere e seguendo come
ultimo appello la coscienza circa la volontà di Dio. “Chiunque fa la
volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e
madre.” Per Luigi, un mio compagno di seminario (quasi sessant’anni fa!),
la volontà di Dio era obbedienza ‘cieca’ ai Superiori senza discutere,
senza ascoltare la coscienza: neanche il dialogo previsto. Ha lasciato il
seminario con aria triste. L’ho ritrovato molti anni dopo con 4 figli, 3
naturali e uno adottato. Mi dice: ‘Ora capisco un po’ meglio la volontà di
Dio. La ritrovo tutta nella parola di Gesù: “Amatevi tutti, senza
distinzione, gli uni gli altri, come io vi ho amato e vi amo”. Io sono
figlio, fratello, marito, padre in famiglia umana, ma ho capito che siamo
tutti figli di un Padre Unico; siamo invece fratelli e sorelle e Madri
nella famiglia universale e nuova umano-divina’. Chiamati a diventare
‘madre’ di Gesù, madre del figlio di Dio, madre di Dio. Siamo chiamati a
dare un corpo a Dio nella nostra storia, nella nostra vita. Certo un corpo
non di carne, ma di spirito, di Amore. E l’Amore innanzitutto è verso
l’altro, è attraverso il prossimo che amo Dio, che lo genero. Parenti
spiritualmente si diventa in un cammino di amore concreto (parabola del
buon samaritano), di libertà dalle leggi pur rispettandole, di ascolto
dell’altro, di dono della vita in pura perdita. Di fronte a Sua Madre Gesù
insiste : la cosa più grande dell’Uomo, diventare madre di Dio. Dio messo
nelle nostre mani, nei nostri sì alla vita, ad amare, come era nel Sì e
nelle mani di Maria, nelle mani del Prete che consacra e di chi lo riceve.
E’ nelle nostre mani nel quotidiano, affidato a noi in un cammino di
imparare ancora e sempre ad amare come Lui ama.