Vangelo 29.03.2024 (Gv 18-19)

Passione e morte di Gesù.
Alcune indicazioni per la lettura e meditazione-contemplazione lungo tutta
la giornata

Potremmo dire che nel racconto della Passione c’è come lo scontro finale
tra il potere di Dio e quello tenebroso del male che giunge al termine
precisamente e questo in particolare nella persona di Gesù.
Il Verbo di Dio si è fatto carne affinché l’amore sconfinato di Dio per il
mondo fosse visibile e comprensibile. Ora attraverso la passione, morte e
risurrezione, ritorna a Dio e porta con se tutta la comunità dei redenti.
Sulla croce Gesù non è vittima a cui viene imposta la morte, ma è il
Figlio dell’Uomo che si offre, che da la vita coscientemente e
liberamente. Gesù sulla croce è vittorioso sul male. E’ la vittoria della
luce sulle tenebre o meglio l’esplosione delle tenebre in Luce d’Amore.
Infatti per Giovanni lo scopo della missione di Gesù è rivelare l’amore
del Padre misericordioso che salva, che per-dona e ridà vita. Il segno più
eloquente, il segno che maggiormente colpisce e che non lascia dubbi, è la
morte d’amore in croce per tutta l’umanità.
Gesù che dice: Ho sete, è l’espressione in chiave figurata del desiderio
di eseguire fino all’ultimo la volontà del Padre.
Gesù muore crocifisso fra i ladroni, ma la sua morte è l’ora del
‘passaggio’ alla Vita piena, è l’ora della ‘consegna’ dello spirito. ‘Rese
lo Spirito’, già Pentecoste. La morte di Gesù è allora una vera e propria
esaltazione non sconfitta.
E il colpo di lancia, che fa uscire Sangue ed Acqua, annuncia che il
cammino di Gesù verso il Padre prefigura quello di tutti i credenti:
“Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato, siano con me dove sono io,
perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai
amato prima della creazione del mondo” (17,24).