Vangelo 08.08.2022 (Mt 17, 22-27)

Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: “Il
Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo
uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà”. Ed essi furono molto
rattristati. Venuti a Cafarnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori della
tassa per il tempio e gli dissero: “Il vostro maestro non paga la tassa per
il tempio. Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: “Che cosa ti
pare, Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi?
Dai propri figli o dagli altri?”. Rispose: “Dagli estranei”. E Gesù:
“Quindi i figli sono esenti. Ma perché non si scandalizzino, va’ al mare,
getta l’amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi
troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala a loro per me e per
te.”
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COMMENTO.
“Il centro del brano è alla fine del versetto 26, e la traduzione italiana
non rende il senso, si dice: I figli sono esenti; in greco c’è: I figli
sono liberi. Il senso di tutto questo racconto è che i figli sono liberi, è
il grosso tema della libertà e della figliolanza. E la predizione della
passione di Gesù, che è il Figlio dell’uomo che si mette nelle mani degli
uomini, è ciò che ci rende figli, perché lui si fa nostro fratello e ci
rende liberi. Quindi in quanto liberi non dobbiamo pagare nessun tributo
religioso, l’unico tributo da pagare al Padre è l’amore fraterno. Questo
tributo Pietro lo trova stranamente nell’abisso e nel pesce, lo trova per
sé e per Gesù. E chi va nell’abisso, pagando il tributo per tutti, per sé
e per gli altri, è ancora Gesù. Che consegnandosi nelle mani degli uomini è
stato il tributo dell’amore fraterno, dell’amore di Dio stesso, che Dio
stesso ha pagato all’uomo per renderlo figlio” (S: Fausti). “Che cosa ti
pare, Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi?
Dai propri figli o dagli altri ? Rispose: “Dagli estranei”. E Gesù:
“Quindi i figli sono liberi”, e conferma così la sua identità di Figlio di
Dio Padre. La libertà! Niente di più bello, niente di più ambiguo. Quante
discussioni sulla libertà, quante concezioni di libertà, quante false idee.
Gesù che si consegna nelle mani dei capi politici e religiosi, che lo
flagelleranno, lo crocifiggeranno evidenzia proprio la vera libertà in
modo divino: proprio in ciò che facciamo di male lui fa emergere il bene.
Libertà: niente di più bello e niente di più ambiguo. Ambiguità: faccio ciò
che voglio, che mi piace, ecco la mia libertà. Gesù è stato libero di dare
la sua vita per amici e nemici. Noi cristiani non siamo religione, noi
siamo figli nel Figlio Gesù, non facciamo riferimento alle regole, alle
leggi come ultimo appello. Cioè Cristo ci ha liberati perché restassimo
liberi e la libertà è amare, e amare vuol dire servire l’altro, fino a
rinunciare alla propria libertà per amore dell’altro. (Paolo che per non
scandalizzare un fratello convertito dal paganesimo non mangia carne). “Ma
perché non si scandalizzino, va’ al mare, getta l’amo e il primo pesce…”
Non scandalizzare uno di questi piccoli, per questo Gesù paga la tassa,
anche se fa capire che , essendo figlio, non deve pagarla e la paga anche
per Pietro. Non siamo nel regime di Legge, né nel regime di merito. In
famiglia suona male ‘pagare’ le Messe, acquistare pagando le indulgenze e
altro…. I discepoli di Gesù oggi come allora sono coloro che scoprono
l’amore del Padre nel Figlio che si consegna nelle loro mani. Quindi vivono
da fratelli e questo è il tributo da pagare: amatevi gli uni gli altri,
come Io…. Servite fratelli e sorelle con cuore mite e umile nella pace e
nella gioia.