Vangelo 05.05.2021 (Gv15, 1-8)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il
Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto,
lo-taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più
frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se
stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io
sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto
frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene
gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel
fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi,
chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il
Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. (Gv15,
1-8)

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COMMENTO.

(Questo è il commento di oggi … Leggete però anche quello di domenica
scorsa, perché questo è un po’ fuori … onda)

Ho vissuto per lungo tempo in zona di grandi vini. Ho conosciuto la fatica
di preparare il terreno con profondi solchi per piantare le viti. Mi sono
reso conto di quanto tempo ci vuole per preparare i filari o la tettoia a
cui le viti si aggrapperanno. E di quanta cura serva lungo l’anno per
concimare, togliere i rami secchi, potare quelli buoni perché riprenda
vigore, sfoltire o purificare le foglie perchè l’uva maturi bene e il vino
sia buono. *Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. * Si dice,
ed è vero, che questa è una metafora. Solo metafora? La nuova visione
scientifica, quantistica, gettando un occhio umile sulla interconnessione
di tutti gli esseri del Cosmo, di tutto il reale materiale e spirituale,
apre nuove finestre di lettura del Vangelo. La stessa incertezza di questo
Covid19. La provvisorietà e lato oscuro (che non è altro che una lampada
che fa luce) in cui siamo, ci hanno evidenziato che siamo tutti collegati,
a tutti i livelli. Nessuno si salva da solo. Ascoltando attentamente
Francesco nella Evagelii Gaudium, nella Laudato sì, nella Fratelli tutti ho
notato la sua apertura. Il suo invito a leggere il Vangelo per incontrare
il Cristo ovunque. Nel Creato. Sulla terra sacra che è il quotidiano dei
giorni di ogni fratello e sorella in umanità. Nel Silenzio del cuore dove
lo Spirito abita. Ma soprattutto ho preso coscienza che quando Gesù dice Io
sono la Vera Vite , il Padre mio è il vignaiolo (coltivatore) parla in
metafora, ma allo stesso tempo afferma un mistero-verità enorme! Metafora e
vigna, che è tutto il Creato, non sono due mondi separati completamente,
anzi c’è un’interconnessione sottile ma reale tra la metafora e la vigna
che è il Cosmo. Gesù, che è insieme Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, è
Lui che ama totalmente gli uomini come Dio, è Lui che ama totalmente Dio,
Lui il Cristo cosmico, Spirito-Amore, Vite e noi, le creature tutte, gli
umani, gli spiriti, siamo i tralci. Siamo invitati a leggere gli
avvenimenti, la storia (rami secchi tagliati, altri potati o meglio
purificati) alla luce di uno Spirito-Padre-Amore nel quale ‘tutto concorre
al bene per coloro che amano Dio’. *Chi rimane in me, e io in lui, porta
molto frutto. Si può anche parafrasare così: *chi rimane nell’umano vero
che io (Gesù Cristo) sono, chi rimane nel divino che io sono, chi rimane
nell’Amore che Io-Sono, porta il frutto della Fraternità universale, tutti
una cosa sola nell’armonia delle differenze.

Rimanere in Lui ha due sentieri che sono l’unica strada. Uno è l’aver cura
del divino che è anche in noi (per i cristiani: Gesù Cristo risorto, vivo
in me e io in Lui; per altre religioni o per ogni umano: il grande Spirito
che ci abita, il Misericodioso, il Namaste degli induisti …) con la
preghiera, la meditazione in varie forme, il Silenzio. L’altro: aver cura
del divino che è nel Creato, nell’Universo in cui tutto e tutti sono
fratelli e sorelle. Questa cura comporta la promozione della dignità e dei
diritti della persona, la ricerca del bene comune mediante la solidarietà,
il coltivare e la salvaguardia del creato. Non si può percorrere un solo
sentiero. camminando di pari passo sui due si
*rimane nell’AMORE. Frutto dell’amore è la Gioia. **(fratel Tommaso)*