Vangelo 21.12.2023 (Lc 1, 39-45)

In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in
fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò
Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le
sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran
voce: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A
che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del
tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel
mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del
Signore”.

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COMMENTO.
“In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in
fretta una città di Giuda”. Detto di Sì all’Angelo e, portando dentro di
sé il mistero di una vita che manifesterà la presenza di Dio che salva,
che darà una svolta decisiva alla storia d’Israele e del mondo, Maria si
mette in viaggio verso la Giudea, terra della religione ufficiale. E’ il
primo passo di tutto il viaggio (la vita) di Gesù, secondo Luca, che dalla
Galilea (terra dei lontani) va a Gerusalemme (la città santa, luogo della
religione, dell’Incontro con Dio) , dove incontrerà l’ostilità dei vari
poteri civile, religioso e militare, sarà messo a morte. “ Entrata nella
casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.” Messasi in cammino con desiderio di
condividere e di servire , arrivata a casa di Zaccaria, stranamente saluta
per prima Elisabetta l’anziana cugina che porta in grembo, da sei mesi (un
tempo lungo ma non completo) un bambino, frutto dello Spirito. Appena la
mamma anziana (il popolo d’Israele) riceve il saluto della giovane mamma
(la Donna-Umanità), il bambino dell’anziana danza la gioia di riconoscere
il Fratello, il Gemello, il Signore-Salvatore, Dio con noi. Anche
l’anziana, piena di Spirito Santo, esulta: “Benedetta tu fra le donne, e
benedetto il frutto del tuo grembo”. Il bambino nel seno di Maria (figlio
di Dio, figlio di Umanità) viene accolto, riconosciuto da Elisabetta.
Zaccaria, invece, il sacerdote, (l’Istituzione religiosa, il Tempio), è in
ombra. Ciò che avviene nell’Incontro delle due donne e dei bambini è
l’interconnessione diretta tra umano e divino, un abbraccio, una danza di
comunione. Sacro e luogo di salvezza, di regno di Dio non è più il tempio,
i luoghi di culto, il sabato o domenica in sé, ma l’umano e con l’umano
tutto il Creato, il Cosmo. In questa visita di Maria alla cugina
Elisabetta con i bambini che sussultano nel seno per opera dello Spirito,
possiamo riconoscere che ciò che è pienamente umano è anche divino , cioè è
divino solo ciò che è veramente umano. Il Figlio dell’Uomo Gesù lo dirà
con tutta la sua vita. La benedizione di Elisabetta continua la benedizione
di Dio nella Creazione: Dio li benedisse (Gen 1,28). Una benedizione da
imparare, da adottare nei nostri incontri con ogni altra persona, o almeno
da portare dentro e diffonderla verso tutte le creature: E’ cosa bella
che tu esisti. Siamo chiamati a benedire sempre e lo facciamo se
riconosciamo come Maria e Elisabetta che siamo visitati dallo Spirito, che
ci abita una Presenza di bene, che ci vuole bene, che genera vita in noi e
negli altri. Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il
Signore le ha detto. E’ la prima delle beatitudini evangeliche ed è
detta a Maria, ma in Maria c’è ogni Creatura umana. Provo a chiudere gli
occhi, a fare silenzio profondo e ascolto … la benedizione è rivolta a me
e posso così effonderla sugli altri.