Vangelo 15.03.2024 (Gv 7, 1-2.10.25-30)

In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più
percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava
intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli
salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di
nascosto. Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che
cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono
nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma
costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di
dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi
mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma
chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco,
perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercavano allora di arrestarlo,
ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta
la sua ora.
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COMMENTO.
“Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la
Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo”. Non rispetta il sabato
guarendo il malato da 38 anni, chiama Dio suo Padre; aveva già scacciato i
venditori dal tempio, bisogna farlo fuori. Gesù allora decide che è meglio
allontanarsi, non cercare lo scontro per lo scontro, Il suo intento è che
tutti arrivino a vivere da figli di Dio, di un Dio Padre e non da schiavi
della legge, del commercio nel Tempio di un Dio lontano a cui offrire
sacrifici di espiazione, di merito. “Quando i suoi fratelli salirono per la
festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto”. C’è
festa e festa e c’è modo e modo di vivere una festa . Lui , che è la festa
vera, ci va senza ruoli, discretamente, uno della folla, come tutta la sua
vita di Dio con noi. Vogliono ucciderlo? Non ha intenzione di fuggire, ma
di sottolineare che la vita sua non gliela tolgono loro, ma la darà
liberamente quando sarà l’ora . Non mi piaccio e non mi piace una Chiesa,
una comunità o famiglia che di fronte alle minacce, alle persecuzioni
reagisce fuggendo, o approfitta delle piazze, delle feste per gridare al
mondo la sua innocenza, accusando i persecutori. Gesù non fa così.
“Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano
di uccidere?…Noi sappiamo di dov’è … Il Cristo, quando verrà, nessuno
saprà di dove sia.” Presunzione di conoscere l’altro, gli altri, o anche di
fronte al mistero di ogni persona il rinchiuderla e giudicarla da dati
anagrafici, esteriori. E’ uno dei ‘peccati’ in cui facilmente cadiamo.
“Non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non
lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato”.
Dice questo insegnando nel Tempio, cioè a tutti, tra i quali i capi dei
giudei, farisei, scribi, i ‘suoi’ fratelli; tra i ‘suoi’ ci siamo anche
noi. L’intento di Gesù, ancora una volta, è di richiamare all’umiltà nella
conoscenza di Lui, nella conoscenza della Verità e non arroccarsi su
certezze di tradizioni, di religione, di filosofie o teologie, o della
scienza….La risposta : “Cercavano allora di arrestarlo”. Lì ci porta la
nostra ‘fede’, una fede teorica più che pratica, quando è basata su ‘punti
fermi e precisi’, quando non sa dubitare nel senso di ancora cercare, un
cercare che si fa più amore fraterno, più carità vera.