Vangelo 31.05.2023 (Lc 1, 39-54)

In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa,
in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel
suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa
devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è
giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E
beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha
detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio
spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua
serva…. ». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
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COMMENTO
“In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa,
in una città di Giuda”. Maria, una ragazza di Nazareth, paese sconosciuto
della Galilea, ha da pochi giorni avvertito un annuncio molto particolare:
essere madre per opera dello Spirito, di un bambino normale eppure
eccezionale, un Dio con noi (Emmanuele), uno che porterà la salvezza(Gesù)
a tutto Israele, o anche a tutta l’umanità. Maria è ancora in subbuglio,
conserva nel cuore le parole dell’Angelo: Anche tua cugina, benché fuori
tempo, aspetta un bambino. Presa la decisione, senza esitare affronta il
viaggio pericoloso attraverso la Samaria, per confidare e condividere
piccole ‘grandi cose’, per accompagnare e servire la cugina verso il
parto. Il viaggio di Maria è anche un cammino interiore, una maggiore
chiarezza, passo dopo passo, sul mistero del Seme che ha cominciato a
esistere in lei. Anche lei è un’Arca e porta non una Legge, dei
comandamenti, ma una Creaturina umana opera dello Spirito, che ora la
spinge verso la cugina Elisabetta. “Entrata nella casa di Zaccaria,
salutò Elisabetta …. udito il saluto, il bambino esultò nel suo seno.”
Maria stranamente saluta prima Elisabetta, non il sacerdote Zaccaria, come
sarebbe dovuto avvenire secondo la norma. In ciò che sta accadendo alle
due donne e attraverso di loro a Israele e all’umanità, non c’entra il
sacerdote, non c’entra il tempio. E’ qualcosa di pienamente umano e divino
insieme. Solo ciò che è pienamente umano è anche divino e in questo brano
di Vangelo, in questa visita di Maria alla cugina Elisabetta con i bambini
che sussultano nel seno e nascono per opera dello Spirito, sappiamo che ciò
che è divino è anche veramente umano. “Esclamò a gran voce: «Benedetta tu
fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!”. Eco della benedizione
iniziale di Dio nella Creazione (Gen 1, 28). Una benedizione da fare
nostra e diffondere lungo la giornata verso tutte le creature.
All’Eremo-Fraternità Betania l’abbiamo adottata per il segno della pace
nell’Eucaristia e da utilizzare nei vari incontri personali e di gruppo
con la formula: E’ cosa bella che tu esisti! “Beata colei che ha creduto
nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto.” E’ la prima delle
beatitudini evangeliche , ed è detta a Maria, la sorella-madre, in lei
è detta a ogni Creatura umana: Sei amata tu, la graziosa, il Signore è con
te non temere, da te verrà fuori un frutto benedetto, un vero umano che
porta vita, che donerà la vita per una Fraternità piena fra tutti, in
tutto. Chiudi gli occhi, rimani in silenzio profondo per ascoltare questa
benedizione rivolta a te. Allora canterai anche tu il ‘credo’ di Maria, la
visione piena della vera storia umano-divina: Magnificat, grandi cose ha
fatto in me il Forte, ha disperso i superbi, ha dato gloria agli umili, ha
rovesciato dai troni i potenti … ha soccorso l’Umanità, come aveva
promesso ad Abramo e a tutta la sua discendenza. Alleluia, Amen