Vangelo 30.05.2023 (Mc 10, 28-31)

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato
tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non
c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o
figli o campi per causa e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in
questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e
figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che
verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
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COMMENTO.
Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. Per seguire Gesù
c’è stato per ogni discepolo un momento decisivo di ‘lasciare’, di distacco
dai parenti, dal tipo di lavoro, da abitudini quotidiane. Ma ‘lasciare
proprio tutto’ è stato sicuramente per loro un cammino che ha richiesto
ogni giorno di scegliere ‘come’ utilizzare i beni, le cose necessarie per
la vita, i doni che ognuno aveva. Probabilmente Pietro aveva ancora la
barca, avrà il bene (dono, servizio) di Primo degli apostoli, Paolo da
apostolo guadagna la vita con il suo lavoro e ha doni (beni) particolari
di intelligenza, di parola. Tutti e due utilizzeranno questi beni per il
bene degli altri, portando avanti (magari a volte anche rinnegando, ‘vedo
il bene, ma faccio il male che non voglio -Rm 7’) la missione di Gesù. I
beni materiali e spirituali non vanno disprezzati, ma siamo chiamati a
‘lasciarli’ nel non utilizzarli per sé, bensì a servircene per relazioni
vere di solidarietà, di fraternità. Abbiamo sotto gli occhi guerre,
divisioni, odi, invidie, inferno di disuguaglianze, di distruzione del
pianeta, tutti frutti di beni non ‘lasciati’, non condivisi. “In verità vi
dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre
o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva
già al presente cento volte…” L’amico Paolo (si dice non credente) vive da
più anni con la moglie Barbara e 4 splendidi figli in comunità con altre
due famiglie e due singol, in un grande cascinale . Ecco una sua
riflessione: ‘Abbiamo messo insieme i nostri beni, i soldi, fondando una
associazione; nessuno è proprietario, lo scopo è di star bene insieme così
da poter aiutare altri a star bene . La nostra ricchezza è proprio la
relazione fraterna e di amicizia tra noi e con tutti. I beni si sono
moltiplicati: invece di una saletta e cucina di appartamento, questa grande
sala, spazio vitale per i bambini; c’è nel territorio dell’associazione una
scuola materna nel bosco, c’è un orto sociale gestito da una cooperativa;
c’è un giovane senegalese ospite con una sua stanzetta… E’ più facile
una vita così ? Pochi problemi? Non è più facile, non è senza difficoltà,
ma si avverte più gioia, si avverte un centuplo ora e segni di vita vera,
che potremmo dire eterna. Il pericolo è di non lasciare ‘tutto’, cioè di
non entrare in questo stile di vita completamente, di rimanere a metà, né
caldo né freddo’. Altro pericolo è pretendere che tutti comprendano il
nostro stile di vita, non accettare che qualcuno ci metta ostacoli, ci
‘perseguiti’ e reagire con lo stesso metodo.’ Rendici, Spirito,
perseveranti nel ‘lasciare tutto’ utilizzando i nostri beni come umile
servizio a tutti i fratelli, donando la nostra vita (il gran bene) ogni
giorno a causa di Te e del Vangelo.