Vangelo 19.09.2023 (Lc7,11-17)
con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della
città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre
vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne
ebbe compassione e le disse: “Non piangere!”. E accostatosi toccò la bara,
mentre i portatori si fermarono. Poi disse: “Giovinetto, dico a te,
alzati!”. Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo
diede alla madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo:
“Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo”. La
fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione.
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COMMENTO.
“Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i
discepoli e grande folla.” E’ un corteo che si reca in città, un corteo di
discepoli e di grande folla che segue Gesù, ‘il Signore’, Colui che ha
parole di vita che portano vita anche nella morte. “Quando fu vicino alla
porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio
unico di madre vedova”. Un corteo funebre al seguito di un ragazzo morto.
Anche qui con tanta folla., simbolo della realtà storica di morte che si
sta vivendo a dimensione universali. L’incontro avviene come per caso, non
programmato. E’ così nella nostra vita nella storia quotidiana, ‘Il
Signore’ agisce nelle circostanze normali che ci capitano, nella realtà
che viviamo.. Non è necessario fare grandi cose, da spettacolo, ma vivere
bene il quotidiano in tutto ciò che presenta per cantare il quotidiano
condiviso per dire con Maria l’inno stupendo alla Vita, il Magnificat. “
Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: “Non piangere!”.
‘Vedendola’. Lo sguardo buono vede, penetra, non giudica, partecipa. Gesù
passando vede, Gesù ha gli occhi aperti sulla realtà, vede cosa sta fuori
e cosa sta dentro, vede questa donna che ha perso il marito e con il figlio
perde anche il futuro, perde la sua vita. Ne ha compassione come una
madre (viscere di donna) appunto che perde il figlio. Anche oggi (non
sappiamo esattamente come, ma chi lo segue è impegnato a fare lo stesso) il
Signore vede l’umanità attuale e ne ha compassione. “ E accostatosi toccò
la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: “Giovinetto, dico a
te, alzati”. Parola potente, parola di Vita: Alzati, sorgi, risorgi, vivi!
Parola che scende nella bara anche con il gesto di toccarla e riporta vita
nella e dalla morte. La Parola di Gesù cala in ogni nostra situazione di
vita, qualunque sia il nostro momento , il nostro stato, anche nelle varie
morti. Proprio lì ci raggiunge e non ha ostacoli se non il rifiuto
(superbia, l’ego al posto di Dio) da parte nostra di accoglierla.
“Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio.” I membri dei due cortei
ora formano un unico gruppo e si sentono chiamati a celebrare la vita, a
rendere grazie alla Vita, pur nel timore di fronte al mistero grande di
quanto è avvenuto. Possa il corteo della società civile e religiosa che
respira morte incontrare il corteo del ‘Signore ’ con tutti coloro che
desiderano seguirlo nella via dell’Amore che si dona, che sa vedere e aver
compassione delle situazioni più dolorose e ascoltare la Parola forte: Dico
a te, alzati….cambia lo stile di vita, ritrova un cuore di carne, di
compassione verso tutti.