Vangelo 13.08.2022 (Mt 19, 13-15)

Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e
pregasse; ma i discepoli li minacciavano. Gesù però disse loro: Lasciate
che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli. E
imposte loro le mani, andò via da lì.
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COMMENTO.
“Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e
pregasse”. E’ simpatica questa scena. La ritrovo in tanti incontri con papa
Francesco in piazza S. Pietro o nelle sue visite in varie parti del mondo:
è segno di tutto il mistero del regno dei cieli, regno di bella relazione
fraterna, di amicizia con gli altri, con noi stessi, con Dio. “Se non
ritornerete come bambini non entrerete…” I primi sono i discepoli a dover
imparare il ritornare come bambini, proprio loro che minacciavano i bambini
o forse più ancora i genitori che portavano i bambini a Gesù. Lasciate che
i bambini vengano a me. I bambini nella società non contano, non hanno
voce. Chi sono i bambini a cui Gesù dice: Lasciate che vengano a me? Certo
proprio i bambini così come sono, ma anche gli adulti-bambini, cioè quelli
che non contano, quelli senza voce, limitati, bisognosi di tutto. “Venite a
me voi che siete stanchi e affaticati.” Altro modo per dire: venite a me
voi piccoli, voi bambini. Invece nella Chiesa di Dio gli stanchi, gli
affamati, i senza voce, gli straccioni, i diversi disturbano. Siamo ancora
sovente una chiesa dei ‘buoni’, che dà la comunione ai ‘giusti’ e lascia da
parte i feriti, i separati; che accoglie i ben vestiti e non i peccatori
(non venite in Chiesa, tutt’al più andate alla caritas). Così è nella
società, così nella politica, un’economia che scarta sempre più i
‘bambini’, cioè i poveri, i senza voce, i diversi, le minoranze. Proprio
con loro Gesù si identifica. Dice anche a me : vieni, vieni a me e Lui
entra in comunione con me proprio nel limite, nella mia piccolezza, nelle
mie debolezze. Riconoscendo tutta la mia povertà e limiti, accettando di
essere creatura e non ‘dio’ ridivento bambino e solo così entro nel regno
dei cieli, in fraternità vera con tutti. “E imposte loro le mani…”
Lasciamoci imporre le mani dal Signore Gesù. Scopriamo di essere figli
amati , accolti, accettati. Allora possiamo abbandonarci e fidarci,
meravigliarci di un Dio Abbà, Papà e Mamma. La fede è proprio ciò su cui
ti appoggi, è la roccia stabile. Abbiamo qualcosa su cui fondare, se no,
sprofondiamo nel nulla. Il bambino ci richiama questa condizione. Donaci un
cuore di bambini e vivremo liberi, gioiosi, danzando la vita anche in
questo periodo oscuro.