Vangelo 11.04.2021 DOMENICA IN ALBIS (Gv 20, 18-31)

Essendo dunque la sera di quel giorno, il giorno uno dei sabati della
settimana ed essendo sprangate le porte dove erano i discepoli per la paura
dei Giudei, venne Gesù e stette nel mezzo e dice loro: Pace a voi. 20E
detto questo mostrò loro le mani e il fianco. Allora gioirono i discepoli,
avendo visto il Signore. 21Allora disse loro Gesù di nuovo. Pace a voi.
Come il Padre ha mandato me, anch’io invio voi. 22E detto questo, insufflò
e dice loro: Accogliete lo Spirito Santo. 23A chi rimettete i peccati gli
sono rimessi, a chi li ritenete, sono ritenuti. Ora Tommaso, uno dei
dodici, quello detto Didimo, non era assieme a loro quando venne Gesù.
25Dicevano dunque a lui gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore”.
Ora egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani l’impronta dei chiodi e
non getto il mio dito nell’impronta dei chiodi, e getto la mia mano nel suo
fianco, non crederò affatto.26E otto giorni dopo di nuovo erano dentro i
suoi discepoli e Tommaso insieme a loro. Viene Gesù a porte sprangate e
stette in piedi nel mezzo e disse: “Pace a voi”. 27Poi dice a Tommaso:
“Continua a portare il tuo dito qui e vedi le mie mani e continua a portare
la tua mano e gettala nel mio fianco e non continuare a diventare
incredulo, ma credente”. 28Rispose Tommaso e gli disse: “Il Signore mio, è
il Dio mio”. 29Gli dice Gesù: “Perché mi hai visto, hai creduto? Beati
quelli che non avendo visto, credono”. 30Certo, molti altri segni fece Gesù
al cospetto dei suoi discepoli che non sono scritti in questo libro. Questi
però sono stati scritti, 31perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio
di Dio e perché, credendo, abbiate vita nel suo nome. (Gv 20, 18-31)

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COMMENTO.

Tutti concentrati su Tommaso: bene. L’invito è liberare la mente da idee,
da immagini ricevute dalla tradizioni, da pitture, da racconti popolari,
per andare oltre. ‘*Ora Tommaso, uno dei dodici, quello detto Didimo’, *cioè
Gemello; gemello di chi? Da scoprire. Ho cominciato da me e l’ho trovato
gemello (non solo perchè ho lo stesso nome). Medita e lo sentirai gemello
nella tua incredulità riguardo all’Al di là, nel desiderio di credere, nel
coraggio di lasciare gli altri e tradire per onestà di pensiero (come
Giuda). Nel coraggio di affrontare la morte (“Andiamo anche noi a morire al
suo fianco”), quasi sempre senza speranza, fino a quando – forse in te è
già avvenuto – invitato dai ‘fratelli’ (abbiamo visto il Signore) o dal
Signore Gesù stesso, metti le mani nelle ferite sempre aperte del
Crocifisso, con amore, servendo fratelli e sorelle malati o feriti del
mondo, avendo cura dei vicini, di te stesso come ferito ed esclami ‘*Mio
Signore e mio Dio’.* A quel punto Tommaso (Tu) è gemello di Gesù. E in
Gesù Crocifisso, nel Suo Amore senza limiti, conosce Dio. E’ attraverso la
Croce, nel Crocifisso per amore che tutti, non solo i dodici, possono
riconoscere il vero volto di Dio. Quante altre immagini ci facciamo di Dio
secondo le nostre invenzioni su di Lui! ‘*Ora Tommaso non era assieme a
loro quando venne Gesù.*’ Loro erano riuniti a causa della paura dei
Giudei. Forse lui non aveva paura, era più coraggioso e il suo coraggio,
senza speranza, l’ha tenuto lontano dal momento comunitario, ma non dal
dialogo con gli altri che gli dicevano ‘Abbiamo visto il Signore’. Grazie
Tommaso, gemello nostro e di tanti nel non immediatamente credere alla
testimonianze dei discepoli, per voler ‘toccare’ cioè ‘sentire’ le ferite
dei chiodi nelle mani e nel fianco del Crocifisso, dei crocifissi di oggi
che sono le ferite stesse del Cristo cosmico. *“Continua a portare il tuo
dito qui e vedi le mie mani e continua a portare la tua mano e gettala nel
mio fianco e non continuare a diventare incredulo, ma credente.” * Sì,
continua a ‘baciare’ le ferite degli scarti di umanità di oggi, a cercar di
sanare le ferite della Natura che continuiamo a devastare senza vergogna.
Continua anche se tanti ti deridono.

Ma fallo come se Io (Dio) non esistessi (Bonhoeffer), senza attesa di
ricompensa, perché ‘b*eati quelli che non avendo visto, credono’ . *Sì,
felici e più avvantaggiati noi che veniamo dopo (2.000 anni) e abbiamo solo
la Parola e la testimonianza dei ‘santi’ (uomini di Gesù, di Dio). Beati se
‘non vediamo’, se continuiamo a servire senza aspettarci ricompensa, se ci
doniamo senza calcoli … Beati noi se ci accorgiamo che Lui è presente
quando siamo in comunità, quando siamo due o tre riuniti nel suo nome e ci
dice: Pace a voi. Alleluia, Alleluia. (fratel Tommaso)