CAMMINARE CANTANDO LAUDATO SI’ NELLE LANGHE

All’alba di una mattina di fine marzo, in pieno lockdown, più chiara una luce mi inonda:

un tempo sabbatico è necessario per ‘rinnovare’ me stesso e l’Eremo-Fraternità Betania.

E non è solo rinnovare il caseggiato (di fatto la ristrutturazione a quel punto era quasi completata), ma dare la possibilità a tanti amici ‘prossimi’ di respirare più insieme lo spirito di Betania e essere così più responsabili nella conduzione dell’Eremo-Fraternità.

 

Il Coronavirus mi stava insegnando che non poteva essere solo un intermezzo, ma che bisognava preparare il dopo perché non fosse semplicemente come prima, ma novità di vita sia per me che per l’Eremo-Fraternità.

Così, nella stessa luce di quel mattino: ‘Peregrinare insieme’, la modalità migliore per iniziare il tempo sabbatico.  Un pellegrinaggio di accompagnamento proprio al mio paese natio percorrendo i luoghi dei circa 9 anni come prete diocesano, prima di passare ai Piccoli Fratelli del vangelo.

Ritornare con i nuovi amici e corresponsabili di Betania, alle origini per attingere insieme alla fiamma dell’innamoramento di uno stile di vita in cui l’accoglienza reciproca desidera essere la nota di fondo nel seguire Gesù del Vangelo.

 

Il pellegrinaggio ‘Terra  santa, Palestina’, che avevamo previsto, è ormai fuori portata, e allora peregriniamo sulla ‘terra santa o  sacra’  che è il quotidiano di ieri  e di oggi, un quotidiano che la ‘Laudato sì’ di Francesco ci aiuterà a ripercorrere visitando, in clima di amicizia e di gioia, ‘santuari  della natura, del Creato’, il santuario naturale di ogni luogo e i santuari di persone che hanno preso a cuore il, ‘coltivare  e aver cura’ della Bibbia.

Di qui il titolo che ci siamo dati: ‘CAMMINARE CANTANDO: LAUDATO SI’!!

 

Si parte in macchina per ritrovarci a Canale d’Alba, piazza Martiri della libertà (nome che stimola!) alle 15.  Quanti?  Ci conteremo là. Siamo arrivati da vari luoghi in 13 e finiremo in 18-19 a Dio piacendo (inch ‘Allah!).

Pazientemente ci accolgono, perché arriviamo a tempi diversi, Giampiero e Roberto, due giovani (50 anni fa!) del gruppo parrocchiale.   Ci salutiamo come fratelli e amici come se si fossero visti alcuni giorni fa. Qualche pellegrino rimane stupito, e tutti lo saranno anche al passaggio negli altri ‘santuari’ di vecchi amici dove ho vissuto i miei primi anni da Curato (Viceparroco, si dice qui)

Roberto accompagna i primi arrivati a visitare S. Bernardino, antica e bella chiesa cara ai Canalesi.   A me ricorda soprattutto le gioiose novene di Natale con le meravigliose antifone gregoriane che ancora risuonano dentro.  Con Giampiero aspetto chi è venuto da più lontano.

Giampiero e Roberto ci accompagneranno oggi e domani con una attenzione e ’empatia’ eccezionale.

C’è da cambiare programma. La pioggia abbondante del mattino e le previsioni di pioggia anche un po’ nel pomeriggio avevano spinto Giampiero a cambiar programma: tralasciare Casa natura e andare, dopo breve visita al paese, direttamente a Mombirone , santuario della Madonna e da qualche tempo, residenza dei Frati francescani.  Dopo colloquio telefonico con Gino (altro giovane del gruppo degli anni 69-71, artista fabbro di mestiere-il monumento al cavallo lavoratore è suo, impegnato nel sociale e in politica) si decide di andare a Casa natura sulla collina dove lui ci attende. Casa natura è iniziativa appunto di Gino: Associazione per la difesa del territorio naturale, per sottrarre territori a una monocultura di vigneti che schiavizza le persone al mercato invece di lasciar spazio a un ambiente vario, più respirabile e ispiratore di serenità e pace.

Partiamo in macchina.   Poi tratto di strada a piedi. C’è fango dopo la torrenziale pioggia del mattino, ma il terreno è piuttosto sabbioso (sono colline nate dal prosciugamento del mare qualche miliardo di anni fa) e si cammina senza troppa difficoltà. Eccoci a Casa Natura.

Ci accoglie appunto Gino, entusiasta come sempre, come lo ricordavo. Ci spiega lo scopo di Casa natura e le varie attività…Ci sarebbe da andare a S. Nicolao, antico monastero…C’è poco tempo, la strada così e così…Andiamo e meno male!   Stupendo inizio di pellegrinaggio camminando nel bosco, in un terreno ‘vergine’ fino alle poche rovine del monastero S.Nicolao,

dove, sempre con entusiasmo e competenza, Gino ci narra la storia, la distruzione del monastero,

l’eccidio della popolazione, e il desiderio di celebrare una messa lì dopo più di 600 anni. Mannaggia alla pioggia del mattino, ma la promessa c’è: Tom ritornerà a celebrare fra due o tre settimane, in un altro piccolo pellegrinaggio con gli amici del posto (E così è stato).

In evidenza uno dei primi obiettivi del  nostro ‘camminare cantando Laudato sì’: visitare e ‘togliersi  i sandali’ davanti e  dentro i santuari  della natura, santuari a  volte   ‘coltivati con grande cura’ da ‘profeti’ di  una religiosità che le grandi religioni  hanno ancora difficoltà a riscoprire e praticare, ma  che fa parte del  ‘misticismo’, della ‘spiritualità’ cosmica, di ecologia integrale,  di ‘Tutto è in relazione’ (Dio, Umanità, tutti gli esseri del cosmo) formando una Unità armoniosa  nel rispetto e nella Convivialità delle differenze.

Si ritorna tutti a Casa natura: Con Giampiero acceleriamo per tornare prima e andare a Mombirone dove ci aspettano amici di Canale per la Messa delle18. Sono già le 18!

Iniziare un pellegrinaggio con l’Eucarestia celebrata è deporre tutto il cammino nel mistero di Trasformazione (Pellegrinaggio) che avvolge tutta la nostra vita, il Cosmo; deporlo nel Pellegrino d’Amore assolutamente gratuito, che invita a seguirlo e camminare con Lui e come Lui diffondendo energie d’Amore.

Cena insieme in una grande sala che permette distanze, così come l’incontro dopo cena per conoscerci e raccontarci esperienze di vita con un’attenzione alla custodia e cura della Casa comune, magari in piccole azioni e gesti quotidiani.

Adottiamo il metodo di Betania: Ognuno dice una parola che gli sale immediata, poi si riprende il giro e ognuno si presenta anche solo con il nome e pochi accenni alla sua vita, ma soprattutto spiega il perché della parola scelta.

Ne è venuta fuori una condivisione eccezionale, che non si può qui riprendere, ma sottolineare semplicemente freschezza di amicizia dopo 50 anni, quante iniziative e quanta strada fatta nello stesso Spirito che abitava il gruppo di giovani di allora…Ora ‘giovani da più tempo’!!!

Si termina proprio cantando:

Spirito sono in Te le fonti della vita. Alla tua luce noi vediamo la Luce. Tu il soffio che dona respiro; Respiro di giustizia e di bontà.  Tu silenzio che crea Parola, Parola d’Amore e libertà.

E finalmente a riposare ‘il corporale’ e anche ‘il pensiero’ nella notte che porterà l’Aurora del secondo giorno.

TOM